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Dal Dna le tracce delle migrazioni dei nostri popoli

Uno studio innovativo ha misurato le differenze tra gruppi geneticamente simili, rivelando dettagli precedentemente sconosciuti sugli spostamenti nell'Europa del primo millennio

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Dal Dna le tracce delle migrazioni dei nostri popoli
Photo by Atul Pandey

Il Dna ci racconta ci siamo, ma anche da dove veniamo. Aiutandoci a realizzare la grande mappa delle migrazioni. Ci racconta, per esempio, che le popolazioni germaniche si spostarono verso sud all'inizio dell'età del ferro, per poi migrare verso nord e dare origine alle discendenze scandinave, e le tracce di questi spostamenti sono evidenti nel materiale genetico antico.
L'ultimo studio, pubblicato sulla rivista Nature, condotto dagli scienziati del Francis Crick Institute, ha utilizzato un nuovo metodo di analisi dei dati, chiamato Twigstats 1, che consente di misurare con maggiore precisione le differenze tra gruppi geneticamente simili, rivelando dettagli precedentemente sconosciuti sulle migrazioni in Europa.

Gli autori hanno applicato Twigstats 1 a oltre 1500 genomi europei appartenenti a popolazioni vissute principalmente durante il primo millennio d.C., che comprende l'età del ferro, la caduta dell'Impero romano, il periodo delle migrazioni altomedievali e l'era vichinga.


I dati hanno rivelato che le popolazioni di lingua germanica si spostarono inizialmente verso sud all'inizio dell'età del ferro. La discendenza è stata riscontrata in individui provenienti dalla Germania meridionale, dall'Italia, dalla Polonia, dalla Slovacchia e dalla Gran Bretagna meridionale. Le due principali zone di migrazione e interazione rispecchiano i tre rami principali delle lingue germaniche: uno rimasto in Scandinavia, uno estinto e un altro è evoluto come base del tedesco e dell'inglese moderni.
In Gran Bretagna, tra il II e il IV secolo, prima dell'era anglosassone e vichinga, molti individui avevano antenati associati a una discendenza scandinava. Successivamente, spiegano gli esperti, le popolazioni di lingua germanica tornarono verso nord, in Scandinavia, prima dell'era vichinga, alla fine dell'età del ferro, tra il 300 e l'800 dopo Cristo.

L'analisi ha rivelato che molti individui dell'era vichinga nella Scandinavia meridionale avevano antenati provenienti dall'Europa centrale. Storicamente, l'era vichinga (circa 800-1050 d.C.) è associata alle incursioni e agli insediamenti dei popoli scandinavi in tutta Europa. Il lavoro, riportano gli autori, suggerisce che molte persone residenti fuori dalla Scandinavia erano associate a un mix di origini locali e scandinave. "Twigstats - commenta Speidel - ci ha permesso di ricostruire le migrazioni che hanno avuto origine nel nord Europa durante l'età del ferro. Questo approccio può essere applicato anche ad altre popolazioni".
"Fonti storiche - conclude Peter Heather, professore di storia medievale al King's College di Londra e coautore dello studio -, indicano che la migrazione ha avuto un ruolo nella massiccia ristrutturazione del paesaggio umano dell'Eurasia occidentale nella seconda meta' del primo millennio d.C., che per prima ha creato i contorni di un'Europa politicamente e culturalmente riconoscibile, ma la natura, la scala e persino le traiettorie dei movimenti sono sempre state fortemente dibattute. Twigstats potrebbe contribuire a risolvere finalmente queste questioni cruciali".

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