West Nile Virus, ecco perché non dobbiamo temere gli uccelli

L'avifauna rappresenta un anello essenziale nel ciclo naturale del virus che spaventa anche l'Italia, ma non rappresentano un veicolo di trasmissione diretta per l'essere umano: l'intervento dell'esperto

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West Nile Virus, ecco perché non dobbiamo temere gli uccelli


di Rosario Balestrieri

Quando si sente parlare di West Nile Virus (WNV), o Febbre del Nilo, è comune che sorgano preoccupazioni e malintesi. Questo virus, trasmesso principalmente dalle zanzare, coinvolge in modo significativo anche l'avifauna, ma non nel modo in cui molti si aspetterebbero. Lungi dall'essere una minaccia diretta, gli uccelli rivestono un ruolo cruciale come "sentinelle" ecologiche, fornendo indicazioni vitali sulla circolazione del virus. 
Il ciclo di trasmissione del West Nile Virus è un processo complesso che vede gli uccelli al centro: molte specie fungono da ospiti principali, trasportando il virus lungo i loro spostamenti, spesso senza mostrare sintomi gravi. Le zanzare, in particolare quelle del genere Culex, si infettano pungendo gli uccelli infetti e successivamente possono trasmettere il virus all'uomo e ad altri animali, come i cavalli, attraverso le loro punture. 

È fondamentale chiarire che gli uccelli non trasmettono direttamente la malattia all'uomo: sono un anello essenziale nel ciclo naturale del virus, ma non rappresentano un veicolo di trasmissione diretta per l'essere umano. Nonostante la presenza del virus, la maggior parte delle infezioni umane da West Nile Virus non si traduce in gravi complicanze: circa l'80% delle persone infette non sviluppa alcun sintomo, mentre un altro 20% manifesta sintomi lievi, simili a quelli di una comune influenza. Meno dell'1% delle persone infette sviluppa la forma grave della malattia, che può includere encefalite o meningite, e colpisce principalmente individui anziani o con un sistema immunitario compromesso. 
È quindi importante mantenere una prospettiva equilibrata sul rischio per la salute pubblica. Il monitoraggio degli uccelli selvatici è una componente chiave delle strategie di sorveglianza e prevenzione del West Nile Virus in molti paesi, inclusa l'Italia. Esistono reti attive che analizzano gli uccelli selvatici per individuare precocemente la presenza del virus, e questo non è motivo di allarme, ma piuttosto un segnale utile per le autorità sanitarie: la rilevazione del virus negli uccelli fornisce un'indicazione precoce della sua circolazione in un'area, permettendo l'adozione tempestiva di misure preventive mirate, come interventi di disinfestazione contro le zanzare e campagne di sensibilizzazione. In questo contesto, il lavoro di ornitologi e ricercatori che studiano gli uccelli in natura assume un'importanza cruciale per la salute pubblica: essi, infatti, non solo contribuiscono alla conoscenza scientifica, ma forniscono dati essenziali per comprendere e mitigare la diffusione di malattie zoonotiche come il West Nile Virus. Gli uccelli, quindi, più che una minaccia, sono preziose sentinelle ecologiche che ci aiutano a proteggere la salute della comunità.

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