Vulcani, una "valigia" high-tech per studiare le eruzioni
Si tratta di un osservatorio portatile delle dimensioni di una valigia, dotato di tecnologie in grado di catturare centinaia di fotogrammi al secondo e di registrare in modo sincrono calore, suono e movimento del fenomeno osservato.
Durante il convegno mondiale di vulcanologia svoltosi a Ginevra lo scorso luglio, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha presentato i risultati di cinque anni di osservazioni ravvicinate delle eruzioni dello Stromboli.
In particolare, negli ultimi tre anni i ricercatori si sono avvalsi di SKATE (Setup for the Kinematic Acquisition of Explosive Eruptions), un osservatorio portatile delle dimensioni di una valigia, dotato di tecnologie in grado di catturare centinaia di fotogrammi al secondo e di registrare in modo sincrono calore, suono e movimento del fenomeno osservato.
SKATE rivoluziona in modo significativo l’osservazione delle eruzioni esplosive, complesse e pericolose, rendendo il processo più sicuro. Il dispositivo registra autonomamente flussi sincronizzati di dati, riducendo al minimo il tempo che i ricercatori devono trascorrere sui pendii del vulcano.
Il sistema, alimentato da batterie sostituibili e pannelli solari, integra un PC impermeabile che coordina una termocamera capace di registrare 32 fotogrammi al secondo e una telecamera ad alta velocità che attiva le riprese quando rileva improvvisi picchi di temperatura, al fine di non saturare la memoria totale di 6 terabyte.
Grazie ai dati raccolti, è possibile valutare con maggiore precisione l’impatto delle eruzioni sulle persone, sulle infrastrutture e sull’ambiente circostante. SKATE è stato testato anche sull’Etna e sui vulcani Fuego e Santiaguito in Guatemala, e sarà impiegato prossimamente per il monitoraggio di altri siti fra cui il Monte Yasur a Vanuatu, noto come “Faro del Pacifico” per le sue eruzioni quasi continue di lava e gas incandescenti.