Uragano Melissa, una "tempesta perfetta" minaccia la Giamaica
Nato come una semplice depressione tropicale sull’Atlantico, si è trasformato in un "mostro" di categoria 5 in meno di 48 ore, con venti che hanno raggiunto i 282 km/h e una pressione centrale di 901 millibar. E ora?
L’uragano Melissa è diventato in pochi giorni il simbolo di un’epoca meteorologica sempre più estrema. Nato come una semplice depressione tropicale sull’Atlantico, si è trasformato in un mostro di categoria 5 in meno di 48 ore, con venti che hanno raggiunto i 282 km/h e una pressione centrale di 901 millibar, superiore persino a quella registrata durante l’uragano Katrina nel 2005.
Secondo il National Hurricane Center (NHC), Melissa è attualmente la tempesta più potente del pianeta nel 2025 e una delle venti più intense mai registrate nell’Oceano Atlantico da quando esistono rilevazioni satellitari. Ma ciò che preoccupa di più non è solo la forza del vento: è la combinazione micidiale di piogge torrenziali, mareggiate e tempistiche che potrebbe travolgere la Giamaica con un impatto devastante.
Dalle coste africane alla furia caraibica
Melissa si è formata a partire da un’onda tropicale partita dall’Africa occidentale. Inizialmente un sistema disorganizzato, ha trovato nel Mar dei Caraibi meridionale le condizioni ideali per esplodere: acque di superficie tra i 30 e i 31 °C, un’atmosfera stabile e un basso livello di wind shear, ovvero la variazione dei venti in quota che di solito limita la crescita dei cicloni.
Tra il 25 e il 27 ottobre, in appena 36 ore, Melissa è passata da tempesta tropicale a uragano di categoria 5, raggiungendo il massimo grado della scala Saffir-Simpson. Un processo di «intensificazione rapida» che, secondo la NOAA, è diventato due volte più frequente negli ultimi vent’anni a causa del riscaldamento degli oceani.
Gli aerei «Hurricane Hunters» della NOAA hanno registrato una struttura interna estremamente compatta e simmetrica, segno di un sistema stabile e carico di energia.

La Giamaica nella traiettoria di un disastro annunciato
Il centro dell’uragano è previsto raggiungere la costa sud-occidentale della Giamaica, È un evento senza precedenti: la Giamaica non ha mai subito l’impatto diretto di un uragano di categoria 5 nella sua storia moderna.
Il primo ministro ha definito Melissa «la tempesta del secolo» e ha disposto evacuazioni obbligatorie nelle aree costiere più esposte. Tuttavia, al momento, solo una minima parte della popolazione ha raggiunto i rifugi: circa 1.700 persone su 50.000 previste, secondo il ministro per il governo locale Desmond McKenzie.
La mareggiata prevista (storm surge) potrebbe raggiungere i 4 metri, inondando interi quartieri e spingendo l’acqua fino a diversi chilometri nell’entroterra. Le piogge, stimate oltre i 700 mm in 24 ore, rischiano di trasformare le vallate montuose in torrenti di fango, con frane diffuse e infrastrutture isolate.
Gli esperti del United Cajun Navy, organizzazione statunitense di soccorso in emergenze climatiche, hanno dichiarato alla CNN:
«Non esiste un livello di cautela eccessivo. I venti saranno traumatici, potenzialmente letali. Oggetti lanciati dalle raffiche diventeranno proiettili capaci di sfondare finestre e pareti di legno».

Venti, acqua e gravità: una combinazione letale
A differenza di molte altre isole caraibiche, la Giamaica è montuosa: quasi due terzi del territorio superano i 300 metri di altitudine. Questo significa che l’acqua scaricata da Melissa — trilioni di litri — verrà convogliata verso valle con una velocità devastante.
Il vicepresidente del United Cajun Navy, Brian Trascher, ha dichiarato sempre a CNN:
«Stiamo parlando di trilioni di galloni d’acqua su un’isola montuosa. E la gravità porterà quell’acqua in un’unica direzione: verso il basso».
A questo si aggiunge il fattore economico: la Giamaica dipende dal turismo per circa un terzo del suo PIL, e i danni alle infrastrutture costiere e alle località balneari potrebbero lasciare un segno a lungo termine sull’economia nazionale.
Uno sguardo indietro: i peggiori uragani della storia
Per capire la portata di Melissa, occorre ricordare le tempeste che hanno segnato la memoria collettiva.
Il Grande Uragano del 1780 resta il più letale dell’Atlantico: colpì Barbados, Martinica e Saint Lucia con venti superiori ai 320 km/h, causando oltre 20.000 morti.
Nel 1900, l’uragano di Galveston in Texas distrusse completamente la città e provocò tra i 6.000 e gli 8.000 decessi, il più tragico evento meteorologico nella storia degli Stati Uniti. Nel 1970, il Ciclone Bhola devastò l’allora Pakistan Orientale (oggi Bangladesh) e l’India nordorientale, causando circa 500.000 vittime.
Più recentemente, Katrina (2005) ha rappresentato il disastro più costoso di sempre, con 80% di New Orleans sommersa, 1.833 vittime e oltre 200 miliardi di dollari di danni.Infine, Mitch (1998) in America Centrale, rimasto stazionario per giorni su Honduras e Nicaragua, uccise tra 10.000 e 19.000 persone e distrusse decenni di sviluppo economico.
- Great Hurricane (1780): 20.000–27.500 morti nei Caraibi.
- Galveston (1900): 6.000–8.000 vittime negli USA.
- Bhola (1970): fino a 500.000 morti in Bangladesh e India.
- Mitch (1998): fino a 19.000 vittime in America Centrale.
- Katrina (2005): 1.833 morti e danni per 200 miliardi di dollar
Se Melissa manterrà la sua potenza al momento dell’impatto, potrebbe entrare nella storia non solo come la più violenta tempesta mai abbattutasi sulla Giamaica, ma anche come uno dei simboli più drammatici dell’era del cambiamento climatico.