Addio a Gianni Berengo Gardin, maestro del racconto fotografico

Morto a Genova all’età di 84 anni, sul numero 4 di GrandTour avevamo ospitato i suoi scatti su Linosa

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Addio a Gianni Berengo Gardin, maestro del racconto fotografico

Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si era stabilito a Milano, iniziando la sua carriera da professionista, che lo ha visto impegnato nella fotografia di reportage, d'indagine sociale, di architettura, di descrizione ambientale.
La sua visione e il suo instancabile lavoro lo hanno portato a collaborare con le principali testate italiane ed estere (Il mondo, Domus, Epoca, L'Espresso, Le Figaro, Time, Stern), pubblicando oltre 260 volumi fotografici ed esponendo i suoi lavori in oltre 360 mostre personali in Italia e all'estero.  Le sue prime foto sono apparse nel 1954 sul settimanale Il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, con cui ha collaborato fino al 1965. Dal 1966 al 1983 Berengo Gardin ha lavorato per il Touring Club Italiano, realizzando un'ampia serie di volumi sull'Italia e sui Paesi europei, e per l'Istituto Geografico De Agostini e numerosi reportage e monografie aziendali per le maggiori industrie italiane (Olivetti, Alfa Romeo, Fiat, IBM, Italsider). Per circa trent'anni ha documentato le fasi di costruzione dei progetti architettonici di Renzo Piano. Ha partecipato a Photokina di Colonia, all'Expo di Montreal nel 1967 e all'Expo di Milano nel 2015, alla Biennale di Venezia e alla celebre mostra "The Italian Metamorphosis, 1943-1968" al Guggenheim Museum di New York nel 1994.
Con il supporto del Fai, ha esposto a Milano nel 2014 e a Venezia nel 2015 l'importante reportage di denuncia sul passaggio delle Grandi Navi da crociera a Venezia. Nel 2016 la mostra "Vera fotografia. Reportage, immagini, incontri", al PalaExpo di Roma, ne ha ripercorso la lunga carriera attraverso i principali reportage e oltre 250 fotografie.
Ha vinto numerosissimi premi e le sue immagini fanno parte delle collezioni di importanti musei e fondazioni culturali, tra cui l'Istituto Centrale per la Grafica e il Maxxi di Roma, il Moma di New York, la Bibliothèque Nationale e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi, il Musée de l'Elysée di Losanna, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid. 
Nello scorso numero di GrandTour abbiamo ospitato alcune foto del maestro, scattate in occasione del progetto “Linosa, che vuol dire essere isola”.
La sua scomparsa lascia una cicatrice nel mondo artistico italiano, ma il suo lavoro e la sua visione si confermano retaggi eterni di bellezza e dedizione.

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