Storia di Gamma, un cucciolo di tigre che alimenta la speranza in Thailandia

Storia di Gamma, un cucciolo di tigre che alimenta la speranza in Thailandia

La sopravvivenza dei grandi felini è a rischio. Ma nel Parco Nazionale di Khong Lan un fiocco azzurro offre due segnali chiave per la conservazione della specie. E il Wwf rilancia: "Non c'è tempo da perdere"

Redazione profile image
by Redazione


C'è speranza per le tigri? Forse sì. Alla fine del 2023, nel Parco Nazionale di Khlong Lan, è nato un cucciolo destinato a fare storia. Si chiama Gamma, e le sue strisce uniche – simili alla lettera greca “γ” – lo hanno reso il simbolo di una nuova era per la conservazione della tigre in Thailandia. Gamma appartiene alla prima cucciolata mai registrata a Khlong Lan, grazie agli sforzi congiunti del Dipartimento dei Parchi Nazionali (DNP) e WWF Thailandia per ripristinare le praterie e reintrodurre il cervo sambar, preda fondamentale per la sopravvivenza di questi grandi felini.
Dopo mesi di avvistamenti, a inizio 2025 Gamma è scomparso, alimentando timori per la sua sorte. Ma a novembre, una fototrappola nel Lan Sang National Park – a oltre 70 km dal luogo di nascita – ha immortalato un giovane maschio in perfetta salute: era lui. Gamma non solo è sopravvissuto, ma ha completato una delle fasi più rischiose della vita di una tigre: la dispersione, ossia l’allontanamento dalla madre.
La sua storia offre due segnali chiave per la conservazione: gli habitat connessi funzionano, permettendo alle tigri di spostarsi e colonizzare nuove aree; il ripristino delle prede favorisce la vitalità delle popolazioni, come dimostra la nascita di Gamma.
Il suo viaggio racconta una verità semplice: quando proteggiamo le foreste e le loro prede, le tigri tornano. Gamma è un simbolo di speranza per la fauna selvatica thailandese. Forte di questo successo, reso possibile dalle tante persone che sostengono il Wwf, l’organizzazione ha deciso di tentare un altro passo storico per la conservazione della tigre. In collaborazione con il governo del Kazakistan e nell’ambito di un importante progetto di rinaturalizzazione, sono state reintrodotte nel vasto paese , dopo 70 anni di estinzione, due tigri siberiane: Bogdana e Kuma le prime due nuove tigri del Kazakhstan. 
Nel 2010 si contavano appena 3.200 tigri in natura, in tutta l’Asia, un trend che sembrava lasciare poche speranze. Ci sono voluti 15 anni di attività e progetti di conservazione per vedere importanti segnali di ripresa: oggi la stima è di circa di 5.500 tigri in tutto il continente asiatico.

Foto WwfFoD


Una sfida per la conservazione


La tigre (Panthera tigris) è uno dei simboli più evidenti del legame tra perdita di biodiversità e crimini contro la natura. Oggi questo raro felino è classificato come Minacciato (EN) nelle liste rosse della IUCN. Le stime più aggiornate indicano una popolazione selvatica che conta poco più di 5.500 individui (Tigers alive – WWF Annual Report, 2023). Questi numeri segnano un miglioramento rispetto al minimo storico di circa 3.200 tigri del 2010, frutto di sforzi di conservazione mirati, ma restano fragili e i trend positivi di alcuni paesi contrastano con il calo in altre zone dell’areale. La distribuzione attuale della tigre è ormai ristretta a dieci paesi (tra cui India, Russia, Nepal, Bhutan, Cina, Thailandia, Indonesia, Myanmar, Bangladesh e Malesia). La specie occupa meno dell’8% del suo areale storico. La contrazione spaziale e la frammentazione ambientale causa l’isolamento delle popolazioni residue, con effetti gravi sulla diversità genetica e una maggiore vulnerabilità a crolli demografici. 
Le principali minacce per le tigri sono in gran parte legate ai crimini ambientali. Bracconaggio e commercio illegale di parti del corpo di tigre ancora impattano significativamente la specie. La cattura e l’uccisione diretta (per pelli, ossa, parti corporee a uso medicinale o trofei) rimangono una delle cause primarie di mortalità. Tra il 2000 e il 2022 sono stati segnalati migliaia di sequestri legati a prodotti di tigre. 
La tigre è minacciata anche dalla perdita e frammentazione dell’habitat. Si stima che negli ultimi 20 anni siano andati persi oltre 135.000 km² di habitat delle tigri (conversione per uso agricolo, infrastrutture, urbanizzazione ecc). Anche il conflitto uomo–tigre, causato in primis dalle predazioni su bestiame, causa uccisioni di ritorsione.


Le iniziative del Wwf


Il programma Wwf TX2, lanciato nel 2010 con l’obiettivo di raddoppiare il numero di tigri selvatiche entro il 2022, ha già contribuito a invertire la tendenza al declino. Ad esempio, in Nepal la popolazione è passata da circa 121 individui nel 2010 a 355 nel 2022. In riserve specifiche come Pilibhit Tiger Reserve in India, la popolazione è più che raddoppiata tra il 2010 e il 2018 grazie a rafforzamento della protezione, aumento del numero di prede e controllo del bracconaggio. Il WWF ora orienta la sua azione puntando a migliorare i corridoi ecologici e la sorveglianza del territorio, oltre che intervenendo attivamente sul commercio illegale.
Il Wwf collabora con governi e istituzioni e partecipa a programmi come la Tigers Alive Initiative, che ha come obiettivi proteggere e connettere l’habitat della tigre, rafforzare enforcement e capacità giudiziarie anti-traffico, eliminare reti che alimentano il commercio illegale, ridurre la domanda tramite campagne di sensibilizzazione e advocacy politica.  Questo Natale ognuno può fare la sua parte per proteggere la tigre, sostenendo i progetti del WWF per la conservazione di questo meraviglioso felino. L’adozione simbolica di una specie a rischio come la tigre, sarà un dono per chi amiamo ma anche per il futuro dela natura. 
 Il kit adozione può essere con peluche, con il quale si riceve anche un certificato di adozione personalizzato; oppure digitale, che permette di ricevere tutto per email, riducendo ancora di più l’impatto ambientale. 

Redazione profile image
by Redazione

Per saperne di più