Smartwatch, app e assistenti virtuali: ecco come l'IA riscrive il modo di esplorare il mondo
Il settore travel cambia a vista d'occhio. Offrendo servizi personalizzati su misura di ogni viaggiatore. E c'è chi è già in grado di approfittarni
di Antonello De Rosa
Kyoto, ore 18:30. Un turista cammina lentamente tra i vicoli tranquilli del quartiere di Gion. Sul display del telefono un piccolo cerchio blu lo guida discretamente verso un izakaya, locale tipico nascosto, che nessuna guida cartacea menziona. Poco più avanti, un lieve segnale sullo smartwatch lo avvisa che sta per iniziare una tradizionale cerimonia del tè ancora aperta a pochi visitatori. Mentre cammina, gli auricolari traducono simultaneamente dal giapponese il dialogo tra due adolescenti che discutono sorridendo di una festa tradizionale prevista per quella sera. Nel frattempo, un’app intelligente prenota automaticamente per lui una cena in un ristorante tipico di cui ancora ignora l’esistenza, basandosi sui suoi gusti personali e sulle esperienze passate.
Non è una scena tratta da un film di fantascienza, ma una realtà possibile già oggi, nel 2025, grazie ad app avanzate, algoritmi predittivi e tecnologie indossabili come smartwatch e auricolari intelligenti.
L’onda silenziosa dell’IA nel settore turistico
L’intelligenza artificiale, da promessa tecnologica, è diventata rapidamente un pilastro del turismo globale. Secondo MarketsandMarkets, il mercato dell’IA applicata al turismo supererà i 13 miliardi di dollari entro il 2030, con una crescita annua del 28,7%. Expedia, solo nel 2024, ha risparmiato milioni di ore di lavoro grazie a chatbot intelligenti come Romie, un assistente virtuale basato su ChatGPT, capace di risolvere in tempo reale problemi concreti come ritardi di voli, modifiche di itinerari o prenotazioni last-minute, migliorando sensibilmente l’esperienza dei viaggiatori.
Non solo i grandi colossi del travel si stanno muovendo in questa direzione: anche realtà più dinamiche e attente ai tempi come Imperatore Travel World, Travel Before e Bluvacanze stanno già adottando strumenti basati sull'intelligenza artificiale per personalizzare itinerari, anticipare le nuove tendenze e migliorare l'assistenza ai clienti, offrendo esperienze sempre più accurate e coinvolgenti.
È lo stesso approccio innovativo scelto da Master Group World, Italy DMC, che con l’assistente virtuale Cesare, un simpatico centurione cartoon, utilizza l’IA per scolpire con precisione artigianale ogni dettaglio del viaggio, interpretando e anticipando i desideri che i viaggiatori affidano a semplici prompt. Un desiderio di evasione che si trasforma in un ventaglio di opportunità di vacanza, pronte a prendere forma. Ad affiancarlo, Dea, ancella digitale disponibile h24, garantisce assistenza immediata ovunque nel mondo.
Solo alcuni esempi di come l’intelligenza artificiale stia silenziosamente ridisegnando il nostro modo di viaggiare. Un segnale chiaro che la rivoluzione digitale non è più terreno esclusivo dei grandi player, ma un alleato prezioso per chiunque voglia innovare e trasformare ogni itinerario in un’esperienza irripetibile, cucita addosso a chi parte.
Esperienze create su misura dagli algoritmi
Nuove applicazioni come Mindtrip o GuideGeek stanno cambiando radicalmente il modo in cui organizziamo i nostri viaggi. Basta chiedere a voce un’esperienza che mescoli arte contemporanea, natura e autenticità locale: pochi secondi dopo, l’IA propone itinerari originali, basati su miliardi di dati elaborati in tempo reale. Ad esempio, può suggerire immediatamente un weekend tra vigneti biologici e street art nella meno conosciuta regione portoghese di Setúbal. Anche Booking.com e Tripadvisor seguono lo stesso approccio, utilizzando assistenti virtuali evoluti. Basta chiedere: "Cerco un hotel romantico con vista mare, vicino al centro," perché l’IA trovi rapidamente soluzioni mirate, dal boutique hotel sulla Costiera Amalfitana alla guest house silenziosa lungo i canali di Amsterdam.
Turismo intelligente, ma responsabile
La rivoluzione digitale porta con sé anche grandi sfide. Nel libro Il selfie del mondo, Marco d’Eramo spiega come il turismo sia ormai un sistema globale interconnesso, dove cultura, economia e ambiente si incontrano inevitabilmente. Proprio questo intreccio può causare fenomeni come l’overtourism: luoghi fragili come Maya Bay, in Thailandia — celebre grazie al film The Beach con Leonardo DiCaprio — sono stati letteralmente travolti dai flussi turistici. L’intelligenza artificiale, se non regolata in modo consapevole, rischia di aggravare situazioni analoghe.
Tuttavia, proprio l’IA può diventare una soluzione preziosa. Se riusciremo a correggere i bias inconsci presenti nei dati, algoritmi più equi e lungimiranti potranno orientare i visitatori verso destinazioni meno note, ma altrettanto affascinanti: invece di piazza San Marco a Venezia, suggerire una passeggiata serale sull’isola di Burano; anziché la folla della Gran Vía a Madrid, i quartieri vivaci di Malasaña o Lavapiés; oppure consigliare Brooklyn al posto della caotica Times Square a New York.
Il futuro è già qui
Secondo McKinsey, nei prossimi anni l’esperienza turistica diventerà ancora più immersiva grazie a concierge virtuali presenti nelle hall degli hotel, assistenti digitali sempre più evoluti e realtà aumentata capace di arricchire le visite culturali con contenuti interattivi. La tecnologia non prenderà il posto delle persone, ma libererà tempo e risorse per attività più empatiche, creative e di valore.
L'intelligenza artificiale è in copertina sul numero 5 di GrandTour: ordinalo subito!
