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Polistirolo nel settore della pesca, Italia maglia nera europea

A denunciare il problema, che colpisce non solo l’ecosistema marino, ma anche la salute dell’uomo, è Fondazione Marevivo con “Bluefishers”, campagna nazionale che ha l’obiettivo di ridurre il numero di cassette in polistirolo sostituendole con cassette riutilizzabili

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Polistirolo nel settore della pesca, Italia maglia nera europea

Nel comparto ittico, l’Italia detiene purtroppo un triste primato a livello europeo: è il Paese con il più alto consumo di polistirene espanso (EPS), tra i rifiuti più diffusi in maree lungo le coste a causa della facile dispersione, della sua fragilità e del ridotto livello di riciclo. Ogni anno, la flotta italiana utilizza circa 14.000 tonnellate di polistirolo espanso, che corrispondono a quasi 50 milioni di cassette monouso impiegate per il trasporto e la commercializzazione del pescato. A mettere in evidenza il problema, che colpisce non solo l’ecosistema marino, ma anche la salute dell’uomo, è Fondazione Marevivo con “Bluefishers”, una campagna nazionale che ha l’obiettivo di ridurre il numero di cassette in polistirolo sostituendole con cassette riutilizzabili.

L’iniziativa, avviata per la prima volta nel 2023 a Viareggio cerca di affrontare concretamente una criticità sottovalutata dal nostro Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, nonostante le numerose richieste d’intervento avanzate da Marevivo. L’obiettivo, dunque, è sensibilizzare i decisori politici e l’opinione pubblica sull’urgenza di eliminare gradualmente l’uso delle cassette in EPS nel settore ittico, coinvolgendo i diretti interessati, ovvero i pescatori, affinché vengano adottati comportamenti sostenibili.

Oggi a Marina di Carrara 15 pescatori della Cooperativa Alta Marea, grazie al contributo della Tuscany Environment Foundation- che sostiene la campagna sin dal suo lancio – hanno ricevuto più di 500cassette in polipropilene e potranno dismettere quelle in polistirolo. La consegna ufficiale si è svolta questa mattina presso la Sala conferenze dell’Ufficio Territoriale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar ligure Orientale, che ha ospitato l’evento e accolto i partecipanti, tra cui Marina Gridelli, Responsabile Delegazione Marevivo Toscana, e Laura Lo Presti, Direttore Esecutivo Tuscany Environment FoundationFino ad oggi in Toscana hanno aderito 120 pescatori della piccola pesca artigianale, che ormai utilizzano solo le oltre 3200 cassette riutilizzabili.

I frammenti delle cassette in EPS, una volta dispersi in mare, anche accidentalmente, si degradano in microplastiche che danneggiano gravemente le specie e gli habitat marini ed entrano nella catena alimentare con il rischio di arrivare all’uomo attraverso il consumo di pesce. Una ricerca condotta dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università Politecnica delle Marche ha evidenziato come, tra le plastiche analizzate, l’EPS sia il polimero che più facilmente di altri assorbe e trasporta contaminanti metallici con potenziali ripercussioni sulla salute umana.

“Nonostante l’Unione Europea abbia introdotto normative contro la plastica monouso UE 904/2019 (Direttiva SUP),attualmente né in Italia né a livello europeo esistono leggi che vietano espressamente l’uso del polistirolo nel settore della pesca - dichiara Laura Gentile, Coordinatrice Campagna Nazionale Bluefishers Marevivo. - A livello locale in Italia si distingue solo la Regione Veneto che, con legge regionale 13 maggio 2025 n. 5 ha introdotto disposizioni per favorire la sostituzione dei contenitori di prodotti ittici in polistirene con altri in materiale sostenibile, non frammentabile, con decorrenza dal 1° gennaio 2030”.

“Tuscany Environment Foundation sostiene per la seconda volta la campagna Bluefishers, perché la plastica rappresenta un’emergenza ambientale globale e, anziché ridurla, continuiamo costantemente ad aumentarne la produzione – dichiara Laura Lo Presti, Direttore Esecutivo Tuscany Environment Foundation. - Riteniamo indispensabile dimostrare con azioni concrete che esistono alternative percorribili per invertire questa tendenza, superando l’uso indiscriminato del monouso con l’obiettivo di aumentare le soluzioni basate sul riutilizzo. Il futuro deve essere costruito fuori dall’economia lineare che estrae, produce e smaltisce senza sosta, verso sistemi circolari che preservano e rigenerano le risorse. Come ci chiede l’Unione Europea, perché conviene alla nostra salute e all’economia locale”.

Secondo Fondazione Marevivo, ogni rifiuto che finisce in mare annulla il processo virtuoso legato all'economia circolare, per questo è necessario oggi più che mai perseguire modelli sostenibili coinvolgendo tutti gli attori preposti, soprattutto in settori, come quello ittico, che dal mare traggono la loro principale fonte di sostentamento.

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