Nel cuore degli oceani ci sono  grandi "rifugi climatici". Ma vanno protetti
Photo by Jeremy Bishop

Nel cuore degli oceani ci sono grandi "rifugi climatici". Ma vanno protetti

Un nuovo studio ha mappato, a scala globale, le aree più sensibili e quelle più stabili del clima oceanico entro il 2100: così sono stati individuate 20 zone in cui le comunità biologiche resisteranno. E proteggerle diventa ora un obbligo

Redazione profile image
by Redazione

I “rifugi climatici” marini sono zone dell’oceano che, anche nello scenario peggiore di cambiamento climatico, riescono a mantenere condizioni relativamente stabili. Proprio per questo sono fondamentali per la sopravvivenza della biodiversità marina nei prossimi decenni. Un nuovo studio pubblicato su Nature Communications ha mappato, a scala globale, le aree più sensibili e quelle più stabili del clima oceanico entro il 2100 (scenario di massime emissioni). Incrociando questi dati con le principali mappe internazionali di aree prioritarie per la conservazione, gli autori hanno individuato circa venti grandi “rifugi climatici” marini: sono zone in cui le comunità biologiche hanno maggiori probabilità di resistere e adattarsi ai cambiamenti in corso.
C’è però un problema: la maggior parte di questi 20 rifugi (17 su 20) non ricade sotto la giurisdizione di un singolo Stato, ma attraversa le acque territoriali e le Zone Economiche Esclusive (ZEE) di due o più Paesi.

brown fish beside coral under body of water
Photo by Milos Prelevic



Proteggere efficacemente l’85% dell’estensione di questi rifugi richiede quindi accordi internazionali solidi e una pianificazione condivisa.Oggi, circa il 70% di queste aree cruciali non è protetto: non è designato come Area Marina Protetta (AMP) né coperto da altre misure di conservazione efficaci. In molti casi si tratta di zone aperte alla pesca industriale, al traffico marittimo e ad altre attività umane che ne possono compromettere la funzione di “ultimo baluardo” per la vita marina.
In vista dell’obiettivo globale “30×30” – proteggere almeno il 30% degli oceani entro il 2030 – questi rifugi climatici marini rappresentano una mappa strategica: indicano dove intervenire con più urgenza per dare al mare la possibilità di continuare a ospitare vita, anche in un clima che cambia rapidamente.

L'articolo https://buff.ly/1vbJHhT

Redazione profile image
by Redazione

Ultimi Articoli