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Il disastro di OceanGate diventa un documentario Netflix: tutto quello che c'è da sapere sull'implosione del Titan
Il Titan durante un'immersione

Il disastro di OceanGate diventa un documentario Netflix: tutto quello che c'è da sapere sull'implosione del Titan

Il 18 giugno 2023 il batiscafo implose a circa 900 miglia dal relitto del Titanic (ne discutemmo insieme nel primo numero di GrandTour). Oggi, Netflix ricostruisce gli eventi e cerca di far luce sul disastro

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by Pina Di Prisco


Il 18 giugno 2023 il batiscafo Titan, prodotto da OceanGate, si immerse con a bordo 5 passeggeri di eccellenza: il miliardario britannico Hamish Harding, l’esperto di Titanic, Paul-Henri Nargeolet, il CEO della OceanGate, Stockton Rush, l’uomo d’affari Shahzada Dawood, e suo figlio Suleman di 19 anni. L'obiettivo? visitare il relitto del Titanic, negli abissi dell'oceano Atlantico e dar inizio ad una nuova scia fortunata di turismo subacqueo. Tuttavia, dopo un'ora e trenta dall'inizio della discesa, la Polar Prince, nave di supporto in superficie, perse comunicazione e traccia del sottomarino. Sedici minuti dopo, la stessa nave rilevò un rumore inatteso proveniente da un registratore subacqueo a 900 miglia dal Titanic.
Il Titan venne considerato disperso e iniziarono le operazioni di recupero, culminate 4 giorni dopo con la conferma dell'implosione del batiscafo a 3800 metri di profondità nell'Oceano Atlantico e alla morte di tutti i passeggeri a bordo. Iniziò l'inchiesta.
Ad oggi, dopo due anni dal disastro, Netflix manda in onda un documentario sulla storia di OceanGate e del suo CEO, Stockton Rush, analizzando tutte le fasi della costruzione del Titan e tutti gli errori che hanno portato al triste evento, portando alla luce una favola dark ormai sotterrata negli abissi più profondi.

Come era costruito il Titan?

Dal punto di vista tecnico, il batiscafo Titan era costituito da due cupole di titanio unite da un cilindro di fibra di carbonio spesso cinque pollici (12,7 centimetri). La fibra di carbonio, mai utilizzata nella realizzazione di un batiscafo, era la grande scommessa di Stockton: il CEO, infatti, credeva che potesse rappresentare una scelta geniale, capace di unire obblighi strutturali all'esigenza di abbattimento delle spese di trasporto del batiscafo in acqua, rispetto ad un corrispettivo modello di gran lunga più pesante in titanio o in acciaio.
Tuttavia, il nuovo materiale suscitava dubbi molto consistenti: la fibra di carbonio, materiale filiforme, pur essendo molto solida, è soggetta, in determinate condizioni, allo strappo delle sue fibre. Strappi ripetuti portano all'indebolimento della struttura e successivamente, al collasso di questa.
Il Titan, dunque, fin dalla sua progettazione, non possedeva le qualità tecniche adatte per sopportare ripetuti cicli di immersioni in ambienti dalla profondità e dalla pressione così elevate. Ipotesi confermata dai primi test effettuati in laboratorio sui modelli in scala del batiscafo. Ad ogni prova, i modelli implosero a 4000 metri di profondità simulati.

I dubbi degli esperti

I risultati dei testi lasciavano gli esperti perplessi: nelle immagini, nelle riprese e nelle numerose interviste del docufilm, si osserva l'ex direttore delle operazioni di OceanGate, David Lochridge in uno stato di profonda allerta. L'uomo, sottolineò numerose volte la possibilità di collasso dello scafo e l'inutilità dei sistemi acustici di sicurezza istallati: questi, infatti, rilevavano gli strappi nelle fibre di carbonio, ma non erano in grado di prevedere quando la struttura avrebbe effettivamente ceduto.
Gli stessi ingegneri di Boeing, la nota industria aeronautica statunitense, stilarono un rapporto di 70 pagine in cui analizzarono tutte le forze esercitate sullo scafo durante la sua discesa, concludendo che il rischio di implosione prima di raggiungere il Titanic, a 4000 metri di profondità, erano elevatissimi.
Il film, tuttavia, mette in luce il delirio di onnipotenza sperimentato da Stockton Rush: convinto della sicurezza del suo progetto, licenziò David Lochridge- e quanti come lui sottolineavano le falle nel sistema- liquidò la Boeing, costruì una nuova squadra di ingegneri, per lo più giovani studenti appena laureati, dunque inesperti, e continuò sulla scia della sua visione, ignorando anche l'obbligo di sottoporre il suo scafo alla certificazione di enti esterni per conformarsi agli standard di sicurezza internazionali.

Copertina del Docufilm rilasciato da Netflix

I primi test

Nel 2019 partono i primi test in mare aperto. Il Titan riuscì ad arrivare ai 3900 metri di profondità. Stockton Rush realizzò la sua impresa di portare un batiscafo in fibra di carbonio vicino al relitto del Titanic. Sembrò un completo successo.
Era, in realtà, l'inizio della fine: durante la discesa, i programmi acustici di rilevamento registrarono rumori associabili al deterioramento delle fibre di carbonio della struttura. Una certezza matematica aleggiava nell'aria di festa: il Titan avrebbe ceduto, bisognava solo capire quando. Stockton, di suo canto, si rifiutò di accettare queste osservazioni. Partì con una nuova serie di licenziamenti, ricostruì la squadra, rivide lo scafo, affrontò alcune accuse di ex-dipendenti e non si fermò.

L'immersione numero 80

L'ottantesima immersione di prova del Titan avvenne nell'inverno del 2022. Durante la sua esecuzione, la fibra di carbonio subì gravi danni. Una volta in superficie, il team di OceanGate sottolineò che il batiscafo era ancora in grado di immergersi ma i dati registrati in tempo reale dimostravano un aumento degli strappi e dunque la necessità di un revisione accurata. Tuttavia, a causa dei costi di trasporto elevatissimi, fu lasciato sul molo di Saint John, Terranova, esposto alle intemperie dell'inverno. La pioggia penetrò nella fibra di carbonio, peggiorando le già precarie condizioni della struttura.

L'ultima immersione

Il 18 giugno 2023, dopo anni di sperimentazione, il Titan compie la sua prima spedizione con passeggeri paganti, con direzione Titanic. Prima ed ultima, purtroppo. Il sogno del visionario Stockton Rush, ucciso dalla sua stessa creatura, va in fumo a 3800 metri di profondità, inabissando la vanità e la sete di fama dell'imprenditore morto tentando di aprire gli abissi all'umanità.
Le prime parti del relitto del Titan vennero recuperate il 28 giugno 2023, a pochi metri dall'agognato Titanic. I corpi, invece, escluse piccole tracce, non furono mai trovati. Ad oggi, giugno 2025 la guardia costiera americana non ha ancora reso noto un rapporto definitivo sul caso Titan. Dopo l'incidente, l'OceanGate ha sospeso tutte le attività esplorative e commerciali.

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