Scoperto un esopianeta a 18 anni luce dalla terra: potrebbe esserci acqua liquida
Si chiama GJ 25 e secondo i ricercatori non sono improbabili condizioni superficiali in grado di sostenere la presenza dell'ingrediente essenziale per tutte le forme di vita conosciute
Da sempre l'uomo è affascinato dalla possibilità che esiste vita oltre la terra. Ipotesi che guidano la ricerca dei cosiddetti esopianeti, un tema che ha ispirato il numero 4 del nostro magazine (ordinalo qui). Ed è di queste ore la notizia della scoperta di un esopianeta a 18 anni luce della terra, vicino al nostro sistema solare, che potrebbe avere una composizione rocciosa simile a quella della Terra. Sul pianeta potrebbero esistere condizioni superficiali in grado di sostenere la presenza di acqua liquida, un ingrediente essenziale per tutte le forme di vita conosciute. E' quanto sostengono i ricercatori dell'Università della California, Irvine in un articolo pubblicato in queste ore sul The Astronomical Journal.
"Abbiamo trovato così tanti esopianeti a questo punto che scoprirne uno nuovo non è poi così importante", ha detto il coautore Paul Robertson, professore associato di fisica e astronomia all'Università della California, Irvine. "Ciò che lo rende particolarmente prezioso è che la sua stella ospite è vicina, a soli 18 anni luce di distanza. In termini cosmici, è praticamente la porta accanto".

L'esopianeta si chiama GJ 251 c e orbita attorno a una stella nana di tipo M, il tipo di stella più antico e comune nella nostra galassia, la Via Lattea. La vicinanza di GJ 251 c alla Terra, sottolineano i ricercatori dell'Università della California - Irvine, la rendono un obiettivo ideale per futuri studi di imaging diretto con il Thirty Meter Telescope (Tmt) dell'Università della California, attualmente in fase di sviluppo. "Il Tmt sarà l'unico telescopio con una risoluzione sufficiente per riprendere immagini di esopianeti come questo. Con telescopi più piccoli non è semplicemente possibile", ha affermato Corey Beard, Ph.D., data scientist presso Design West Technologies, ex studente laureato del gruppo di Robertson e autore principale dello studio.

