Addio Re Giorgio: simbolo eterno dell’eccellenza italiana
Lo stilista, emblema di eleganza e stile senza tempo, si è spento oggi, 4 settembre, all’età di 91 anni

“Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia". Con le sue stesse parole, sui canali social, la storica Maison saluta Giorgio Armani, genio indiscusso della moda italiana ed internazionale.
50 anni di visione, lavoro e dedizione racchiusi nell’immagine iconica di un artista che sfidò il suo tempo, senza mai rinnegarlo. Nel 1975, a 41 anni, quando un uomo era considerato più che risolto, l’opera ebbe inizio e, insieme a Sergio Galeotti, fondò la sua azienda, restando coerente alla sua essenza fino all’ultimo respiro.
Armani ha riscritto la moda, ascoltando la contemporaneità e portandola nei suoi capi. Nel 1980 consegna alle passerelle il simbolo della sua rivoluzione: la giacca destrutturata, comoda, morbida e avvolgente. Pensata per le donne, addirittura prima che loro ne sentissero il bisogno. È un successo globale e solo la prima di una serie di intuizioni geniali. Il Time poco tempo dopo gli dedicherà una copertina.
Da quel momento non si è più fermato: la sua arte arriva a a tutte le generazioni. Nasce la linea Emporio Armani; ma non solo. Il genio si spinge nell’intricato mondo dell’editoria, fino ad arrivare al design, al cinema e al mondo dell’hotellerie.
È un artista attento, concentrato sul presente, un cavaliere errante e coraggioso, la moda la sua spada. Così nel 2020, quando la pandemia spaventa il mondo, è il primo stilista a rinunciare alla passerella dal vivo e a schierarsi in prima linea, a modo suo: avvia nei suoi stabilimenti una produzione di camici ospedalieri monouso. Nel 2022, invece, a pochi giorni dall’inizio della guerra in Ucraina, porta in scena una passerella senza musica: non c’è melodia se i bambini muoiono sotto le bombe.
Genio lucido, lavoratore instancabile: sarebbe davvero difficile concentrare in un articolo la sua essenza. 50 anni di moda sempreverde, dove l’uomo non si è mai scisso dallo stilista, l’arte non si è mai disunita dalla realtà.
“Ed è un puro caso se mi sono occupato di moda, ma da quando ho capito che potevo diventare qualcuno, ce l’ho messa tutta”, afferma nel suo docufilm.
E ci è riuscito.